Padre terra by Barbara Buoso

Padre terra by Barbara Buoso

autore:Barbara Buoso [Buoso, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fernandel
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il tempo non si comanda

Finite le scuole medie, Primo iscrisse il figlio all’Istituto tecnico agrario, pensando che grazie agli studi avrebbe acquisito le conoscenze necessarie per aprirsi alle nuove opportunità di lavoro legate alla terra. La provincia in cui vivevano era riconosciuta in tutta Italia per le coltivazioni ortofrutticole, e se fossero stati in grado di intraprendere nuovi cicli agrari, la terra avrebbero potuto farla fruttare di più.

Primo conosceva solo tre colture: granturco, barbabietola e grano, quelle che gli aveva insegnato suo padre, ma il desiderio di tentare nuove strade non gli era mancato e ogni tanto destinava un pezzetto di terra alle arachidi, oppure a filari di mais cinquantino, dai grani neri come tizzoni di carbone; aveva piantato anche del melone bianco, tra le risate degli amici, che lo prendevano in giro dicendogli che i suoi non maturavano mai.

Anche a Primo da ragazzo sarebbe piaciuto studiare, ma le condizioni familiari non glielo avevano permesso; in fondo, però, non aveva niente da recriminare, si faceva quello che si poteva e, arrivato a quell’età, con suo figlio a scuola, avrebbe avuto modo anche lui di imparare qualcosa, ché non c’è una scadenza per capire le cose. Non era senza intraprendenza, Primo: insieme al figlio avrebbe solcato nuovi mari, i tempi stavano cambiando e gli agricoltori iniziavano a far sentire la loro voce, non erano più considerati di classe inferiore. La terra era una scelta, non più un destino di famiglia sancito dal contratto di affittanza, in cui si prevedeva che assieme alle derrate da consegnare al padrone anche i figli dovessero lavorare. Prima che arrivassero le macchine il lavoro era faticosissimo e i rudimentali attrezzi dovevano essere spinti da braccia umane o dagli animali. Quando era giovane la terra si lavorava con il corpo sempre esposto alle intemperie e agli incidenti: non c’erano trattori, erpici rotanti, sarchiatrici con spandiconcime, frese, estirpatrici, diraspatrici, ruote a gabbia che impedivano alla macchina di rovinare le colture e fertilizzanti che le aiutavano a crescere. Mandando suo figlio a scuola Primo voleva dargli un futuro diverso, che includesse la possibilità di amare quella terra anche quando i cicli erano avversi e l’inverno pareva avvolgere tutto.

Quando a fine agosto furono affisse alla bacheca della scuola le classi con i nomi, Primo andò insieme a Giovanni a ritirare la lista dei libri da acquistare: voleva accompagnarlo, insegnargli la strada. Nessuno è eterno, ripeteva al figlio quale monito per le cose nuove che era destinato a fare, e se lui non ci fosse stato più Giovanni doveva comunque potersela cavare. Salirono sulla corriera delle sette, quella che prendeva chi doveva andare a fare le visite all’ospedale, le donne a servizio presso le famiglie e gli studenti. Più la corriera apriva le porte per far salire le persone lungo le frazioni e più la campagna perdeva la sua vastità a favore di abitazioni vicine l’una all’altra e con appezzamenti sempre più piccoli. Giovanni pensò che stava andando in una scuola dove avrebbe imparato a lavorare meglio la terra, ma più si avvicinava e più la terra si ritraeva a favore dei palazzoni cittadini.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.